Canonizzazione o dichiarazione di santità

Canonizzazione o dichiarazione di santità (latino canonizatio, accoglimento nell‘elenco, canon, dei santi) è l‘atto, riservato dal XIII sec. al papa, con cui il pontefice dichiara che un cristiano, a motivo di particolari atti di virtù ( e miracoli ), o a causa del martirio, è in paradiso e può essere venerato sulla terra come santo. Nel primo millennio i santi venivano proclamati dal popolo cristiano in seguito a una venerazione spontanea.

La decisione del vescovo ordinario aveva spesso una funzione normativa per il culto pubblico. Il passaggio dalla canonizzazione episcopale a quella papale cominciò nel X sec., non senza conflitti di competenze. La prima canonizzazione papale testimoniata storicamente è quella del Vescovo Ulrico di Augusta (morto il 973) dichiarato Santo da Giovanni XV, durante il Sinodo del Laterano dell‘11 giugno 993.

Molti dei cristiani venerati come santi senza processo ufficiale della chiesa ottennero il riconoscimento ecclesiastico.

A partire da Alessandro III che canonizzò nel 1173 Thomas Becket (1118-1170) arcivascovo di Canterbury, e soprattutto da Innocenzo III (morto nel 1216), che riservò la canonizzazione alla sede apostolica, essa divenne competenza del papa; contemporaneamende si andò formando un preciso rituale.

Vi furono comunque casi singoli di canonizzazione da parte di un vescovo. Solo con Urbano VIII cessò questa prassi irregolare quando nel 1634 riaffermò il diritto escusivo del papa e consentì il culto solo dopo la canonizzazione da parte di un vescovo.

Il processo di canonizzazione oggi deve essere preceduto dalla beatificazione, per cui sono necessari dei miracoli o il riconoscimento di una venerazione pubblica. La competenza per la celebrazione del processo precedentamente spettava alla Congregazione dei riti; dal 1969 esiste una congregazione apposita per la Beatificazione e la Canonizzazione. La canonizzazione solenne da parte del papa è preceduta da un triplice concistoro.